Blind Fool Love su "Magazine Musica"

Ci sono buone speranze per la salute del giovane rock italiano.
C’è un power trio dalla Toscana che ha tutte le carte in regola per diventare una realtà importante del nostro panorama musicale, per lo meno in ambito rock.
Sono I Blind Fool Love!
Abbiamo incontrato ed ascoltato Tommaso, Piero e Marco durante un esibizione acustica dove presentavano il loro disco d’esordio “La strage di cupido”.
E’ stata l’occasione per fare due chiacchiere con loro.Vestiti di total black come da copione ci parlano della nascita di “La strage di cupido” E’ Tommaso il portavoce ufficiale: “possiamo considerare La strage di Cupido il nostro primo Greatest Hits (risate) nel senso che abbiamo raccolto tutti i nostri pezzi migliori già usciti su etichette indipendenti e ci siamo affidati, un po’ controcorrente, alla più importante delle major, la Sony.
Siamo molto felici ed emozionati per questo, per noi è tutto nuovo ed essere qui a far sentire il nostro disco ci rende molto orgogliosi”.
Parlando del titolo dell’album i BLF la definiscono una loro “svisionata”, cioè una storia inventata, nata quasi per caso che racconta le vicende di un cupido un po’ particolare. Non più riccioli biondi e frecce scagliate per far innamorare chi ne viene colpito ma un cupido vecchio e insoddisfatto, che scaglia frecce vere da un arco super moderno con l’intento di uccidere realmente uomini e donne innamorati. Salvo poi pentirsi dei suoi gesti scegliendo per se una fine tragica. Una svisionata…appunto.

“Siamo istintivamente attratti dalle atmosfere cupe e un po’ decadenti e questa attrazione si riflette sulla nostra musica. Siamo influenzati dal metal, ci piacevano un sacco i Guns n Roses ed anche i grandi classici del rock come i Led Zeppelin hanno avuto grande influenza su di noi”
Quindi chi si aspettava influenze più moderne o più legate al look come Good Charlotte, My Chemical Romance o simili rimarrà deluso. Anche dal punto di vista dei testi le citazioni sono sorprendenti: “I testi per noi hanno un importanza fondamentale. Sono almeno il 50% di una canzone ma a volte anche di più” dice Tommaso autore di tutti i brani del gruppo. “Adoro i vecchi cantautori, la capacità di mettere insieme le parole di Fabrizio De Andrè o Claudio Lolli” . Sinceramente sono parole che non ti aspetti da un ragazzo di vent’anni.
Concludiamo la chiacchierata parlando di quanto i genitori di tutti e tre abbiano appoggiato la scelta professionale dei ragazzi instillando loro la passione per la musica.
Il tempo per l’intervista è finito e loro sono pronti per salire sul palco, mi fermo ad ascoltarli e mi accorgo subito che la sicurezza dimostrata a parole viene tradotta on stage in modo decisamente convincente. Suono compatto e rotondo (nonostante la strumentazione acustica), la giusta presenza scenica, una voce decisa e soprattutto canzoni vere con parole interessanti.

Se vi pare poco.

FONTE: MAGAZINE MUSICA